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Meet The Team
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Lo stile migrante, pur trovando ogni volta declinazioni personali e individuali, ha delle costanti capaci di raccontare la storia del mondo, dei suoi scambi commerciali, delle potenze coloniali e mediatiche, dei suoi miti
Questa pagina si offre come luogo di ricerca e archivio a cura dell'artista Caterina Pecchioli per ospitare visioni e progetti relativi allo stile migrante.
Presenterà lavori dell'artista e di altri artisti interdisciplinari invitati a riflettere sul concept B&W-Black&White e ospiterà progetti affini alla ricerca.
Lo stile migrante, pur trovando ogni volta declinazioni personali e individuali, ha delle costanti capaci di raccontare la storia del mondo, dei suoi scambi commerciali, delle potenze coloniali e mediatiche, dei suoi miti
Il progetto B&W ha preso avvio dalla fascinazione dell'artista visiva Caterina Pecchioli per il modo di vestire quotidiano (Street Style) dei migranti.
Il modo di combinare i vari indumenti, accessori, colori ed elementi appartenenti a culture diverse.
Questa suggestione ha portato ad una ricerca visiva, in collaborazione con i partecipanti e organizzatori del laboratorio B&W, immigrati e non, per approfondire le caratteristiche distintive questo stile.
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Il B&W-Black&White Lab. è il momento di indagine visiva di questo concept, di cui riportiamo alcuni momenti, elaborati e ricerche che sono una sintesi realizzata dall'artista di un lavoro di ricerca e sviluppo collettivo.
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Facebook Moodboard
Come poter definire la “tendenza migrante”?
In collaborazione con i partecipanti del laboratorio richiedenti asilo e rifugiati provenienti da Africa, Medio Oriente e Asia e con la partecipazione di Italiani abbiamo cercato di individuarne costanti e caratteristiche di questa tendenza. Indicando combinazioni, accessori, elementi ricorrenti approfonditi nelle differenziazioni geografiche e nella storia personale e sociale dei suoi protagonisti.
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A partire dall’osservazione del modo di vestire dei partecipanti, del proprio guardaroba, è nata un’indagine identitaria: abbiamo osservato la trasformazione del modo di vestire prima, durante e dopo il viaggio e composto dei “Facebook Moodboard” dalla selezione dei partecipanti stessi. Inoltre nella prima fase del laboratorio abbiamo studiato, indossato e fotografato i vestiti realizzati da giovani sarti/e richiedenti asilo, iniziando quindi a considerare non solo il modo di vestire quotidiano ma anche quello che viene ideato e realizzato dai migranti in Italia.
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Questo scambio ha messo in luce come alcuni accessori, come una cravatta in wax realizzata da Moustapha Sylla, sarto senegalese titolare di protezione internazionale in Italia, siano capaci di ricomporre l’identità mista di chi in Africa, ad esempio, metteva solo camice in wax, vendute nel negozio delle zie e in Italia solo camice bianche e cravatte a righe.
La scelta di Ibrahim Kondeh di indossare una camicia bianca con la cravatta wax durante il laboratorio ha fatto apparire una sintesi perfetta tra le due influenze, riflesso di un’identità interculturale.
L'indagine
Quali sono le caratteristiche distintive che abbiamo iniziato ad identificare?
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Oltre alle osservazioni nate con lo studio e lo scambio sui profili social dei partecipanti, abbiamo svolto una specie di “indagine investigativa”, proposta da Clara Tosi Pamphili di A.I Artisanal Intelligence, a partire dalla serie fotografica realizzata per l’occasione da Talking Hands con Commesso Fotografo (Francesco De Luca).
La splendida serie fotografica presenta i ritratti di un discreto numero giovani richiedenti asilo nel loro outfit quotidiano.
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Lo studio incrociato dei profili social e della serie fotografica ci ha permesso di iniziare a indicare alcune caratteristiche ricorrenti visualizzate nei Research Wall.
Come ad esempio:
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- L’uso del pattern mimetico è ricorrente. Ci siamo confrontati su come la scelta del mimetico abbia degli interessanti aspetti sociali e identitari. La mimesi infatti è una caratteristica che nasce per permettere di confondersi con il contesto, suggestione interessante riferita a chi si trova a vivere in un contesto nuovo. Inoltre in quanto pattern appartenente al mondo militare spesso si lega anche alla storia di alcuni dei paesi di provenienza dei giovani.
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- L’intervento personalizzato sui capi. Spesso vengono fatte modifiche ai capi originali, come quella di aggiunta di toppe o di colore.
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- Uso originale degli accessori. Come ad esempio il marsupio che viene spesso portato intorno al collo oppure a tracolla invece che in vita. La presenza diffusa di collanine o scritte con chiaro riferimento al paese di provenienza e di arrivo, come la presenza della scritta Italia e la bandiera Italiana sui capi, oppure ciondoli a forma di Africa.
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- Mix di elementi tradizionali, quali l’uso del velo o del turbante, con magliette di gruppi musicali occidentali o di altri capi e accessori legati alle tradizioni occidentali. Molti indumenti sono gli stessi di quelli dei giovani occidentali, dato che i miti musicali e le influenze mediatiche sono comuni, ma nei giovani migranti questi sono spesso associati a quelli derivanti dalla tradizione di provenienza creando un mix originale e unico.
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- La scelta degli accostamenti cromatici sono un’altra caratteristica estremamente originale. Spesso si presenta un colore unico di outfit associato ad un unico elemento di altro colore.